SempeR Fidelis
Semper Fidelis
Ovvero il vaso di pandora
regia e drammaturgia Saverio Tavano
con Francesco Gallelli, Margherita Smedile, Vincenzo Tripodo
foto di scena Rino Labate, Virginia Onorato, Luna Loiero
In un paese qualsiasi,
in una citta qualsiasi,
una famiglia qualsiasi vive in una casa con vista mare. Un padre, una madre, un figlio, qualsiasi.
Come voyeur siamo testimoni del vissuto personale di una famiglia che affronta il momento più importante della sua esistenza: si regolano i conti con il passato e la memoria, come un vaso di Pandora libera i fantasmi che fino a quel momento erano rimasti nascosti. Come accade nelle migliori famiglie c‘è sempre un elemento oscuro che con ipocrita omertà rimane indiscusso. Ma arriva il giorno in cui “Pandora” apre il vaso ed i segreti non possono più essere celati.
Il vaso di Pandora è uno dei tanti elementi che ci provengono dalla mitologia greca; esso era il contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo una volta che fu aperto. Ne parla il poeta Esiodo ne Le opere e i giorni. Il vaso era un dono che Pandora aveva ricevuto da Zeus; questi le aveva raccomandato di non aprirlo, ma Pandora, alla quale Ermes aveva fatto il dono della curiosità, non si trattenne, liberando così tutti i mali del mondo; anche la speranza era presente all’interno del vaso, ma non fece in tempo a uscire prima che il vaso fosse richiuso.
Ma nella nostra storia cosa conserva Pandora dentro il suo vaso?
A differenza della Pandora del mito, è consapevole del contenuto: le vicende di abuso di potere del capofamiglia, marito, padre e uomo delle forze dell’ordine.